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Le origini dell'iridologia attuale ci riportano all'Ungheria del XIX secolo, anche se in epoche estremamente antiche l'uomo iniziò ad interessarsi all'occhio, alle sue funzioni e alle sue caratteristiche, di fatti i primi rudimenti di iridologia provengono dal popolo egiziano che iniziò a paragonare l'importanza dell'occhio umano al sole nel sistema solare.
Alcuni papiri medici, verosimilmente datati 1500 a.C., abbozzavano un primo riferimento al rapporto tra l'aspetto dell'occhio e le malattie del corpo umano, a questo si dedicò sia la tradizionale medicina cinese, che, nel 669 a.C., la cultura medica mesopotamica.
Quella però che può essere definita l'iridologia moderna nacque precisamente nel 1886, quando venne pubblicata la prima topografia iridea sulla rivista Homeopätische Monatsblätter, ad opera del dott. Ignatz von Peczely. La prima intuizione da parte del medico ungherese avvenne nel 1837 quando, all'età di 10 anni, nel tentativo di catturare un gufo notò che sull'iride dell'animale, rottosi una zampa cercando di sfuggirgli, comparve una piccola macchia, negli anni von Peczely studiò medicina, senza mai dimenticare l'accaduto, e rivolse dunque le proprie attenzioni verso l'iride umano, notando fenomeni simili a quelli avvenuti molti anni prima con il gufo.
Le prime teorie sull'iridologia incontrarono subito un importante seguito, intorno al 1864 infatti il reverendo svedese Nils Liljequist osservò alcuni fenomeni relativi al cambiamento della colorazione dell'iride successivamente all'assunzione di sostanze chimiche. Le ricerche pseudo-mediche proseguirono negli anni senza sosta, in Italia i primi due sostenitori furono i medici Luigi Costacurta e Siegfried Rizzi che, insieme a numerosi colleghi in tutto il mondo, giunsero alle scoperte fondamentali che attualmente definiscono l'iridologia.
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